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Chi siamo

Polisenio nasce alla fine degli anni ’60 e il nome deriva da "poli" per polisolfuro, "senio" perché l’impianto sorge vicino ad un argine del fiume Senio.
E’ stato attribuito questo nome poiché, la Polisenio produce solamente polisolfuro di calcio.

La storia di Polisenio

La società Polisenio è nata nel 1969, chi scrive, invece, è nato "col Polisolfuro di Calcio in Italia" nel lontano 1936. All’epoca, mio padre lavorava come operaio in una delle prime aziende ortofrutticole della Romagna, in cui erano stati impiantati meli. La responsabilità della cura fito sanitaria di tale azienda era devoluta al Dott. Dotti, che è poi stato a lungo docente alla facoltà di Agraria dell’Università di Milano. Il Polisolfuro di calcio nasce nell’ottocento in California, mentre in Italia fece il suo ingresso come già detto nel 1936, prodotto dalla Ditta Ammon di Bolzano. Fare arrivare il prodotto da Bolzano a quei tempi, considerati i mezzi di trasporto dell’epoca era impresa quasi epica. Il Dott. Dotti s’interessò pertanto al formulato e suggerì a mio padre, che era sicuramente uno dei dipendenti più volenterosi, la "ricetta" per produrlo artigianalmente.

Mio padre non solo lo fece per quell’azienda, ma l’anno successivo, lavorando di notte, ne produsse in proprio ben 30 tonnellate. E’ facile immaginare che quantità rappresentino tremila chili fatti in un paiolo alimentato su un treppiedi col fuoco di sterpi e agitando il prodotto con un bastone, il tutto nelle sole ore notturne. Ecco come la famiglia Casadio ha iniziato, senza mai interromperla (a parte gli anni della terribile seconda guerra mondiale), la produzione del polisolfuro di calcio. Nell’immediato dopo guerra, mio padre era sempre alle dipendenze dei suoi vecchi datori di lavoro che, riconoscenti di quanto fosse bravo, gli consentirono di approntare sulla loro proprietà il rudimentale impianto di produzione del polisolfuro (dove abbiamo tuttora gli impianti), consentendogli di lavorare per sé nei due o tre mesi invernali. Alcuni anni dopo, il proprietario dell’immobile, che voleva un gran bene a mio padre per l’operosità e la devozione che questi gli aveva sempre dimostrato, volle vendergli l’immobile pur sapendo che egli non era in possesso della cifra occorrente. Gli disse: "Giuseppe, l’immobile voglio che lo compri tu, i soldi me li dai un po’ per volta man mano che puoi. Interessi non ne voglio". A quelle condizioni Giuseppe nel 1949 comprò l’immobile e producendo polisolfuro riuscì a pagarlo negli anni successivi. Dopo la sua morte nel 1962 io (Silvio) credendo nell’attività artigianale di mio padre continuai la produzione di polisolfuro senza mai interromperla.

Nel frattempo altre grosse società avevano intrapreso la produzione del polisolfuro, ma ben presto (inizio anni ‘70) con l’avvento di nuovi prodotti che, presentandosi come novità garantivano margini di profitto superiori, cessarono la produzione del polisolfuro di calcio. A quel punto, continuando a credere nella validità del prodotto decisi di affrontare una certa dose di sacrifici economici per ingrandire l’impianto di produzione poiché la Polisenio era rimasta l’unica produttrice del prodotto sul mercato. A tal proposito, l’esimio Professor Giorgio Celli, noto entomologo della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bologna, più volte, presentandomi a suoi colleghi diceva: "Questo signore ha il merito di aver salvato la produzione del polisolfuro di calcio in Italia." Il Prof. Celli considera questo fatto una fortuna in quanto crede moltissimo nell’utilità del polisolfuro come anti-diaspino ed anti-coccidico, anzi lo considera all’uopo senza avversari, come sue relazioni scritte testimoniano. Senza peccare di immodestia, posso quindi affermare che in Italia nessuno ha più esperienza di noi nel fare il Polisolfuro di Calcio. Ho detto noi, perché ad oggi la produzione è portata avanti dai miei figli, che rappresentano perciò la terza generazione di Casadio la cui attività è appunto la produzione e commercializzazione di polisolfuro di calcio. Una cosa voglio precisare: in ognuna delle tre generazioni il nostro polisolfuro è sempre stato curato in maniera esemplare in ogni sua fase e prodotto con materie prime di assoluta purezza, benché in commercio ci siano dei sottoprodotti che consentirebbero comunque la produzione a discapito però della qualità. Le impurità delle materie prime rischierebbero, infatti, di causare effetti altamente fitotossici sulle piante trattate.

Il polisolfuro di calcio è uno dei pochi, forse l’unico, che resiste nel tempo e ad oggi ha anche il vanto di essere entrato nei prodotti ammessi nell’uso della produzione biologica. Sono pochissimi i prodotti chimici ammessi e nessuno è altrettanto valido, come efficacia, anche nella produzione tradizionale.

 

 

 

 

 
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